Tutte le inesattezze dette dal presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi sul coronavirus. Un elenco giorno per giorno. Che speriamo di non aggiornare.
26 gennaio 2020. Parlando dell’emergenza da coronavirus in un articolo pubblicato sul proprio sito internet Vincenzo D’Anna afferma che non si conosca la reale composizione di un qualsiasi vaccino.
«I vaccini stessi sono un tabù del quale è finanche vietato parlare. Eppure, a tutt’oggi, non se ne conosce ancora la completa e reale composizione, al contrario di uno yogurt e di un formaggino.»
Il presunto segreto sulla composizione dei vaccini si ricollega alla vicenda CORVELVA. Nel 2018 Loretta Bolgan pubblica, sul sito dell’associazione no-vax CORVELVA, un’analisi in cui si afferma che nei vaccini siano presenti feti abortiti, viagra e altre molecole anomale. L’analisi si rivelò poi essere errata nei modi (un’associazione no-vax che parla della scarsa sicurezza dei vaccini) e con evidenti errori metodologici e risultati alquanto bizzarri. Nonostante il ritiro del finanziamento all’associazione da parte dell’Ordine Nazionale dei Biologi, Vincenzo D’anna ha continuato nel tempo a parlare di questa teoria senza prove.
3 febbraio 2020. D’Anna propone, attraverso la sua pagina Facebook, un articolo del quotidiano online Affari Italiani in cui si sostiene che con rimedi omeopatici si possa curare l’infezione da Coronavirus. D’Anna fa propria la tesi riportata nell’articolo e si augura che non si buttino soldi per sviluppare un vaccino.
1 marzo 2020. Il presidente D’Anna scrive sul proprio sito
«L’equipe del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano ha isolato un nuovo ceppo del Covid-19 detto “italiano”. Ebbene, sembra che tale virus sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del Nord!!»
Un messaggio infondato più pericoloso degli altri sul coronavirus
Queste affermazioni non hanno mai trovato riscontro in nessuna pubblicazione scientifica.
10 marzo 2020. Mentre tutta l’Italia si appresta a diventare zona rossa, ad alcuni iscritti all’Ordine Nazionale dei Biologi viene chiesto di rispondere a un questionario online. Nelle domande si può leggere
L’opinione dell’Ordine è in contrasto con i pareri dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che definisce il COVID-19 “un’emergenza di sanità pubblica internazionale”, del Comitato Tecnico Scientifico Permanente del Ministero della Salute e della stragrande maggioranza della comunità medica e scientifica nazionale e internazionale. Alla domanda numero tre si può leggere
Questa affermazione non si basa su nessun dato, assolutamente nessuno. Affermare che il virus isolato in Lombardia non abbia nulla a che fare col coronavirus cinese è semplicemente privo di ogni fondamento. Lo stesso team di biologhe e biologi che hanno isolato quello che viene definito da D’Anna “il nuovo ceppo “italiano”” affermano che in realtà il genoma non è ancora disponibile, e anzi, dichiarano esplicitamente che il sequenziamento è il passo successivo dopo l’isolamento. Ad ogni modo la quasi totalità dei sequenzianeti del virus si possono trovare su Nextstrain e nel portale si può osservare che tutti i genomi sequenziati hanno un’origine comune, a dicembre a Wuhan.
12 marzo 2020. L’ordine cerca di giustificare il sondaggio che abbiamo reso pubblico scrivendo sul proprio sito “il questionario è stato preparato nel mese di gennaio e inviato pochi giorni fa per errore”. Come è possibile che un questionario risalente a gennaio, faccia riferimento all’assurda teoria di Vincenzo D’Anna sull’origine autoctona dei casi di COVID-19 lombardi? L’affermazione dell’ex senatore infatti risale a fine febbraio. Dobbiamo dedurre che l’Ordine Nazionale dei Biologi ci stia tenendo nascosta la palla di cristallo, oppure che più probabilmente stia cercando inutilmente di mettere una pezza su qualcosa che non si sarebbe dovuto sapere?
17 marzo 2020. D’anna è intervistato da Marcello Pamio, il tema lo sapete già: “Covid-19: il punto della situazione”. Facciamo un passo indietro in questa intervista si sente di tutto è difficile decidere da dove partire ma ci proviamo.
Dopo un veloce botta e risposta sulle dimissioni ritirate, il presidente D’Anna si lancia subito sul suo tema preferito: il coronavirus italiano è un virus autoctono che non giungerebbe dalla Cina. Come abbiamo già detto non esiste nessun virus autoctono di SARS-CoV-2 nato dal nulla in Italia e non imparentato con il suo “padre” cinese. Per dimostrare la sua affermazione il presidente afferma:
“in alcune zone del bergamasco e del bresciano che erano piccoli paesini di montagna isolati dove non era arrivata né gente che era venuta dalla Cina né materiale che potesse avere una specie di collegamento con la Cina, si erano verificate decine di persone che poi erano risultate infette”.
Praticamente se abbiamo capito bene le zone montane del bergamasco e del bresciano sarebbero state dei bastioni impenetrabili per i non graditi visitatori della pianura. Per entrare si bussava?
Ma dopo questa piccola perla il presidente si lancia in una ulteriore precisazione (che sembra contraddire l’idea del virus autoctono) con queste precise parole:
“Dalla Cina sono arrivati due virus, Covid-1 e Covid-2. Il Covid1 si presuppone che sia quello che ha dato origine all’epidemia della Cine meridionale, a Wuhan, in particolare.”
L’attuale pandemia è di SARS-CoV-2 (il virus) che causa Covid-19 (la patologia respiratoria) già questo ci fa capire che il presidente D’Anna ha mescolato le due definizioni, peggio di noi quando iniziamo a mescolare alcolici per far pozioni magiche. Il SARS-CoV (1) è stato il virus responsabile della SARS del 2002-2003. Il SARS-CoV-2 invece è l’attuale coronavirus responsabile dell’attuale pandemia.
Durante l’intervista e il discorso sull’origine del coronavirus vi è un passaggio che ci ha ucciso dal ridere. Citiamo
“Perché le dico questo particolare? Perché durante l’infezione della SARS, cioè la famosa Aviaria, – c’è letteratura in proposito – uno dei ceppi che erano mutati produceva una proteina neurotossica che altri ceppi non producevano.”
Partiamo con le basi, ma le basi basi, la SARS non è l’Aviaria. La SARS (sindrome respiratoria acuta grave) è stata una polmonite virale apparsa nel 2002 a causa di un virus chiamato SARS-CoV. E no il SARS-CoV non è l’attuale SARS-CoV-2, era suo cugino scemo e violento che è stato fermato per tempo e non ha prodotto una pandemia. E si era meglio se l’attuale virus fosse stato chiamato “gigablast” così almeno potevamo avere una netta divisione e questa differenza era comprensibile per tutti.
Se al cittadino medio che non si è laureato in epidemiologia queste differenze tra SARS e Covid-19 (l’attuale sindrome respiratoria grave acuta) possono non essere chiare, sarebbe auspicabile che almeno il presidente di un ordine professionale scientifico le comprendesse invece di lanciarsi in spiegazioni con Covid1 e Covid2 che sono sigle inesistenti. Il fatto ancora più grave è che il presidente non distingua la SARS dall’aviaria. In questo caso non ci sono sigle simili, non ci sono refusi c’è solo tanta magia nell’universo. Ma continuiamo.
“E allora, vede, quando noi andiamo ragionando e non ci facciamo prendere dalla fregola di dover terrorizzare la gente. Gli scienziati che fanno? Fanno le supposizioni. E quando sono state fatte le grandi scoperte… Pasteur per la curiosità di andare a guardare nel cestino dell’immondizia dove avevano buttato una capsula e si accorse che si era formato un alone intorno al dischetto che conteneva… alla zona che conteneva batteri che ne aveva inibita la crescita. Si scoprì così la penicillina.”
Ora, noi abbiamo sempre detto che i medici e i biologi sono nemici per natura, e quindi ci piacerebbe tantissimo che lo scopritore della penicillina fosse il Pasteur, ma non è così. Chi scoprì la penicillina, nel 1928 (33 anni dopo la morte di Pasteur, dall’altro lato della Manica), fu il medico scozzese Alexander Fleming. Che, giusto per la cronaca, non aveva buttato le piastre nell’immondizia, ma le aveva semplicemente lasciate sul bancone mentre se n’era bellamente andato in vacanza.
Fun fact. Dopo tutti questi errori il 20 marzo 2020 su Repubblica D’Anna afferma che “non credo che abbiamo qualifiche (noi biologi per la scienza N.d.R.) tali da potersi permettere di mettere in discussione le posizioni delle società scientifiche”. Magari aver le sue.
10 agosto 2020. I dati sull’indagine sierologica dell’ISTAT sono usciti da meno di una settimana, ma pare che la sfida a chi riesce a interpretarli peggio abbia già raggiunto l’apice. Per il riassunto, l’ISTAT ha preparato nove semplici slide che vi lasciamo qui. Nel commentare il documento il presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi afferma che il Covid-19 abbia una mortalità vicina a quella del virus influenzale. Sbagliando i calcoli.
3 ottobre 2020. Vincenzo D’Anna partecipa al convegno dal titolo “LIBERTÀ DI SCELTA SECONDO SCIENZA E COSCIENZA Effetti delle leggi “Lorenzin” e “Azzolina” sulle nuove generazioni – Salviamo i bambini dalla dittatura sanitaria“. Dalla trascrizione del convegno il presidente afferma in particolare
Infatti molto grave è stata la mancanza di perizie autoptiche e, quindi, la mancata diagnosi della patologia e della causa della morte. La mancanza di posti in rianimazione non c’entra niente se consideriamo che per 40 giorni sono state ripetute intubazioni che pompavano aria nel corpo di persone che avevano una coagulazione intravasale diffusa e che quindi non potevano beneficiare della messa in circolo di ossigeno.
Come abbiamo già scritto non è vero che le autopsie non siano state effettuate. Allo stesso modo i protocolli terapeutici non sono risultati sbagliati, come ha scritto Medbunker ” Se una persona in insufficienza respiratoria non viene ventilata muore. Non c’è alternativa. Punto.”.
6 ottobre 2020. Il presidente D’Anna, che ricordiamo è presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi partecipa a un convegno organizzato dagli antivaccinisti del Movimento 3V. Finito il convegno scrive
«Meteoriti e Virus. Giulio Tarro nel corso di una magistrale relazione al convegno Salute e Politica all’Hotel Terminus di Napoli, ha dichiarato : “La NASA fa sapere che ciascuno di noi ha una possibilità di essere colpito da un meteorite pari allo 0,046 %. Poiché la mortalità (calcolata sulla intera popolazione) da virus Covid è dello 0,026 conviene mettere il casco più che le mascherine».
No-sense.
1 aprile 2021. D’Anna rilancia affermazioni di un medico che si è stufato di leggere le pubblicazioni scientifiche. Il virus muta ma non è detto che questo sia per forza un problema. Rimandato al prossimo esame.
16 aprile 2021. Il lieto fine che nessuno si aspettava. Come eravamo (2018) come siamo adesso (2021).
Non aggiungiamo commenti del tipo “in un paese normale…”, lo abbiamo già fatto tempo fa e l’unico risultato che abbiamo ottenuto sono state due denunce nei nostri confronti. Vi lasciamo con un finale aperto: è tutto normale?
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