Non è uno scherzo. Concluse le nostre triennali siamo stati citati in un articolo di Nature. Ecco come sono andate le cose.
Per chi non la conoscesse, Nature è una delle più prestigiose riviste scientifiche. Comparire su una rivista del genere è il sogno di ogni ricercatore.
Il nostro merito? Aver creato una petizione per chiedere la rimozione di Vincenzo D’Anna dalla presidenza dell’ordine dei biologi. Gli unici a dirlo apertamente. Dopo aver lanciato la raccolta firme per esprimere il nostro disappunto nei confronti del convengo per il 50esimo anniversario dell’ordine, rimasti con una pagina Facebook e un migliaio di contatti, abbiamo deciso di non fermarci. Avevamo ragione.
Da marzo 2018 (data del convegno) all’articolo su Nature (13 dicembre) abbiamo visto cose che voi umani non potete neanche immaginare. Non torneremo a fare un elenco di tutte le inesattezze scientifiche propagate dall’ordine dei biologi in quel periodo, ci basta raccontare questo fatto. Il 26 novembre 2018 un’associazione a noi sconosciuta fino a quel momento chiamata CORVELVA (Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni) pubblica sul proprio sito un caloroso ringraziamento nei confronti dell’ordine dei biologi per una donazione di 10.000€. Soldi per analizzare “in maniera indipendente” la sicurezza di alcuni vaccini.
Come si può pensare che un’associazione contraria alla pratica vaccinale possa condurre un’analisi indipendente sui vaccini nessuno lo sa.
La cosa ovviamente è grave. Talmente grave che finisce su Nature in un articolo di Giorgia Guglielmi. Fun fact. Dopo essere stati contatti in merito alla nostra petizione e aver fornito tutte le informazione, concludiamo con un timido “sarebbe meglio se i nostri nomi non fossero pubblicati perché siamo stati minacciati di denuncia”. La giornalista rispettando il nostro volere aggiunse solo un generico “Biologi per la scienza”. Peccato che alla fine di tutto la/le denuncia/e ci siano comunque giunte a casa. Ma questa è un’altra storia. Qui sotto il pezzo di articolo ripreso da Nature.
“Both the donation and the choice of speakers at the March meeting are included in a petition calling for the Ministry of Health, which oversees the governance of the ONB, to remove D’Anna as ONB president. The petition, created by three graduate biology students who formed a group called Biologists for Science in the wake of the controversy over the March meeting, says that these and other actions by the ONB endanger public health and discredit the scientific community.”
Italian scientists protest funding for vaccine-safety investigation , Nature 564, 310-311 (2018)
doi: https://doi.org/10.1038/d41586-018-07464-0
A schierarsi contro le posizioni dell’ordine e di D’Anna intervennero anche figure più titolate di noi a farlo. Gerolamo Lanfranchi (professore universitario a Padova), Giorgio Palù (anche lui professore a Padova, ora presidente dell’AIFA) e tutto il dipartimento di Biologia dell’UNIPD e non solo. Due sono i fatti principali. Uno. Non fidarsi della sicurezza dei vaccini significa non riconoscere il ruolo indipendente dell’agenzia del farmaco europea (EMA) e italiana (AIFA). Due. Le analisi che conducono l’EMA e AIFA hanno dei costi nettamente superiori ai 10 mila euro. E sapete perché? Le analisi degli enti regolatori sono scrupolose, non un gioco.
Persa la battaglia, non si è voluto perdere anche la guerra. Giusto 10 giorni dopo l’articolo su Nature D’Anna, come presidente dell’ordine dei biologi, rilascia una lunga intervista su “Il Tempo”, con tanto di prima pagina.
Dopo l’articolo su Nature e la sparata in prima pagina su “Il Tempo” scatta il terremoto nella comunità scientifica italiana. Prendono piede nette posizioni contro l’operato di D’Anna che raggiungono anche i media nazionali. Il tutto si conclude (solo) con un ritiro del finanziamento. Ma se le analisi erano state condotte con “cofinanziamenti dell’ordine dei biologi” si è chiesto un rimborso a CORVELVA? Non si è mai capito, ci auguriamo di si.
D’Anna (Ordine dei Biologi): “Ritirato finanziamento a Corvelva”
DIRE, febbraio 2019
Che poi diciamocelo. Le analisi condotte da CORVELVA erano pura monnezza. Errori nella sensibilità degli strumenti sparate tipo “ci potrebbe essere il viagra nei vaccini”, ma c’è? O non c’è? Come si fa a dire potrebbe e soprattutto come si può pensare di dirlo a una conferenza stampa in una sala del parlamento. Dadaismo scientifico. C’è una sola cosa che conta in tutta questa storia.
EMA e AIFA non hanno mai detto – a differenza di CORVELVA – che nei vaccini ci sia il viagra. Gli enti regolatori sono enti terzi e questo non è un caso.
Da un punto di vista nostro personale è stata una piccola soddisfazione veder comparire il nostro gruppo citato in una delle più prestigiose riviste scientifiche. Soprattutto dopo essere stati definiti degli studenti incapaci, faziosi e mossi da terzi. Pensando al nostro paese, invece è stata l’ennesima figuraccia.