L’11 febbraio è la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza che quest’anno è in particolare dedicata a coloro che sono state più impegnate della lotta contro il COVID-19 [1].
Per questa ragione, noi abbiamo deciso di celebrare una delle scienziate italiane che hanno dato il più grande contributo nella lotta a SARS-CoV-2: Ilaria Capua.
Vi siete mai chiesti come abbiamo fatto ad avere un vaccino in meno di un anno? Beh, è anche merito suo. Ben prima delle tecnologie innovative, dei soldi e dell’alleggerimento dei processi burocratici, quello che serve per sviluppare un vaccino è la conoscenza del virus.
Nei primi anni ‘00 il laboratorio di Virologia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (Padova) era diretto da Ilaria Capua. Questo laboratorio era un vanto nazionale in quanto punto di rifermento per l’influenza aviaria l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale.
Oltre a produrre un’enorme quantità di lavori scientifici di altissimo livello, Ilaria Capua decise nel 2006 di lanciarsi in una nuova battaglia. Il pubblico accesso ai genomi virali.
Lavorando con i virus influenzali la ricercatrice capì il problema: i genomi sequenziati non risultavano pubblici. Restavano a dormire nei server dei laboratori anche degli anni prima di essere pubblicati su riviste scientifiche, provocando un notevole rallentamento nella ricerca. Quando quindi l’Organizzazione Mondiale della Sanità le propose di depositare i genomi influenzali sequenziati dal suo laboratorio su un server privato, accessibile solo a una ristrettissima cerchia di scienziati, Ilaria Capua rifiutò, anche se in cambio le proponevano di garantirle l’accesso al database [2]. Non solo, ma la Capua lanciò un appello pubblico al meeting di Parigi dell’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale affinché i genomi influenzali fossero resi pubblici appena sequenziati, senza aspettare eventuali pubblicazioni scientifiche [3].
L’iniziativa ricevette subito il supporto di importantissime riviste scientifiche quali Nature e Science, accendendo il dibattito attorno al tema.
Dando l’esempio, Ilaria Capua decise di rendere pubblicamente disponibili su GenBank i genomi sequenziati dal suo laboratorio, perché “cos’è più importante? Un altro paper del team di Ilaria Capua o combattere una grande minaccia per la salute? Diamo il giusto ordine alle priorità” [4]. A seguito delle iniziative di Ilaria Capua nacquero vari database pubblicamente accessibili. Tra questi vi è GISAID, che durante questa pandemia è stato uno dei riferimenti mondiali per le sequenze di SARS-CoV-2. Non solo, ma GISAID è anche diventato il database di riferimento per le infografiche del portale italiano (www.covid19dataportal.it) sulla presenza delle varianti sul territorio nazionale [5]. Giusto per capirci: il primo genoma del nuovo coronavirus è stato reso pubblico il 10 gennaio 2020 [6], e nel giro di una settimana Moderna e BioNTech (Pfizer) avevano già pronti i loro candidati vaccini [7, 8], basati su quella sequenza.
Se oggi abbiamo dei vaccini contro il COVID dobbiamo anche ringraziare Ilaria Capua. La ricercatrice che 15 anni fa decise di mettere il bene comune davanti a propri potenziali interessi personali. La donna che dimostrò lungimiranza e intelligenza fuori dal comune.
È difficile anche solo da immaginare per le giovani generazioni. Cinquant’anni fa una idea geniale come la sua non sarebbe stata ascoltata perché proveniente da una donna. La scienza ha alle spalle un passato innegabilmente sessista. Anche se negli ultimi anni la situazione è migliorata la differenza di rappresentazione tra i generi nel campo della ricerca scientifica rimane ancora troppo alta.
Per questa ragione noi Biologi per la Scienza sosteniamo la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza perché è profondamente sbagliato che il genere di una persona possa essere un ostacolo alla sua capacità di contribuire al progresso dell’umanità.
Riccardo Spanu, membro e fondatore di Biologi per la Scienza, laureato in Pharmaceutical Biotechnologies (UniPD).
FONTI
[1] https://www.un.org/en/observances/women-and-girls-in-science-day?fbclid=IwAR2iNinPAdm-W3iHEbTy_shXOX_0nOyO8HAufGCjrQet2p3FrRNECXQhLzA
[2] https://www.nature.com/articles/440255b
[3] https://www.nature.com/articles/440605a?fbclid=IwAR1XTHIAeI0Rjewn7KBcuT_kMtPvnGRr5BKBia9g9elF1V08ptcqF9_LIyw
[4] https://science.sciencemag.org/content/314/5801/918.full?fbclid=IwAR08g-qTyNN1agdMUjoWDrncCWDW_87IZnBfyZEu_WgqHm2K1LSZj-D4XY4
[5] https://www.covid19dataportal.it/it/highlights/highlight6/?fbclid=IwAR3wuN3nZAvVbEnkFQPt-oCM_oPu_qbZqt8NgCVUuVt9hJ-tbRFT0NcE4ro
[6] https://www.ecdc.europa.eu/en/covid-19/timeline-ecdc-response?fbclid=IwAR2l0icXMR39WIARjkCEIUlOCsHyk9Z4avu6WpTMf7oN-_wyqtbNA9LOalk
[7] https://biontech.de/covid-19-portal/project-lightspeed?fbclid=IwAR0-V4sCuMA8Zmy29yxBq-JvS_4Xlr_60Ca_4mWhATCMF07Hj4gjMIXnro4
[8] https://www.modernatx.com/modernas-work-potential-vaccine-against-covid-19?fbclid=IwAR1pVUVZBZTiGnAFU_ZetBq9lTAFlNl28ffhRAPgyuy1QPHX0FZsxwDn5sY