Era il 23 giugno quando il documento “SARS-CoV2 IN ITALIA OGGI E COVID-19”, sottoscritto da dieci medici, veniva reso pubblico in quello che è stato forse il peggio riuscito atto comunicativo di tutta la pandemia.
In questo “documento”, che in realtà è un post lungo 11 righe sul profilo Facebook di Bassetti, i dieci medici dichiarano che i pazienti ricoverati per COVID-19 sono sempre meno e che in generale i positivi hanno una carica virale molto bassa: tutte cose che, all’epoca, erano vere.
Quello che sicuramente non era vero invece, era l’interpretazione di questi dati data dai giornali e da alcuni dei firmatari, ovvero che indicassero la fine dell’emergenza.
Certo, indicavano che lo stress ospedaliero fosse diminuito, ma ciò era il risultato del lockdown, non di una mistica e mai verificata “perdita di letalità” del virus.
L’estate, e in particolare giugno e luglio, erano il momento per prepararsi all’autunno e fare in modo di non farsi sorprendere dalla seconda ondata, non per il “tana libera tutti” che ne avrebbe gettato le basi.
I mesi estivi erano l’equivalente dell’occhio del ciclone in cui si esce dal rifugio solo per fortificare le difese e prepararsi al resto della tempesta, non certo per andare in discoteca a festeggiare.
Non si è mai capito quale volesse essere il senso di una tale dichiarazione pubblica, ma fatto sta che passò il messaggio che ormai ci si poteva rilassare e abbassare la guardia, con buona pace dei successivi “eh ma noi invitiamo comunque alla prudenza”.
Giusto per la cronaca, i dieci firmatari sono Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi, Roberto Rigoli e Alberto Zangrillo.
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